10 febbraio 2018 – La voglia di dare una svolta alla nostra vita, un film che ci ha commosso e una passione per i viaggi che si è riaccesa (o forse solo semplicemente ravvivata). Sono questi i tre pilastri che ci spingono a tentare questa nostra avventura. Un elemento altrettanto importante è però quello che sarà la nostra casa: Falkor. Si tratta di un camper molto particolare, acquistato usato, quasi per caso, lo scorso anno. Lui è un Hymer Exsis SG prima serie, battezzato con il nome del drago della fortuna del film “La storia Infinita” per la sua forma particolare. Quando lo abbiamo visto la prima volta ci ha ricordato un beluga, ma poi quel curioso andamento del tetto ci ha portato alla memoria la folta chioma del co-protagonista del film di Wolfgang Petersen, sempre tirata all’indietro dal vento quando il drago vola.
Falkor è fondamentale nel nostro progetto non solo perché dopo molte riflessioni è il prescelto per prendere il posto dei 65 metri quadri della nostra casa, ma anche perché è merito suo se ci siamo riavvicinati alla vita nomade. Io, Paolo, sono diventato camperista nel 1991, pochi mesi dopo che è nata mia figlia Mara: apprezzando i viaggi itineranti, non ho potuto fare a meno di apprezzare i vantaggi del portarsi dietro una casa con una bimba piccola. Da allora, ho avuto cinque camper diversi. Sono partito da quello che definivamo “il camper della Barbie” (un furgonato su Volkswagen T4 con tetto a soffietto allestito dalla scomparsa CamperTre), passato da classici mansardati fino a oltre sette metri lunghezza (CI Mizar 130, CI Mizar 190 e Arca 720 GLM) e finito con un raro furgonato BavariaCamp Sol y Sombra.
Dopo la separazione, soprattutto per motivi economici, ho venduto il camper e sono passato a una roulotte (Hobby 440 DeLuxe SB), esperienza di un paio d’anni comunque molto gratificante, ma il lancio del bar, nel 2015, ha posto fine ai sogni di vacanze itineranti: un solo giorno libero alla settimana e 15 giorni di ferie in agosto non erano compatibili con una caravan. Per non tenerla eternamente in rimessaggio, con relative spese, abbiamo investito qualche soldo in un carrello tenda usato, che abbiamo sfruttato per le vacanze di una sola estate. Poi l’imprevisto: la nostra auto, una Citroen C4 con 170mila chilometri sulle spalle, ci ha lasciato a piedi due volte nel giro di tre mesi. E così è stato naturale cominciare a cercare un’alternativa.
Ma durante la ricerca ecco il secondo imprevisto: dagli annunci è spuntata la sagoma del piccolo Hymer. Così, quasi per gioco, ci siamo detti: “Andiamo a vederlo”. Ed è stato amore a prima vista. In un prossimo post vi spiegheremo meglio perché.