30 maggio 2019 – Sono le 18.20. Abbiamo braccia, gambe, spalle, schiena doloranti per gli sforzi fatti. La casa è semivuota: camera da letto, soggiorno, tavolo della cucina sono spariti, in parte venduti, in parte ridistribuiti tra il box e casa dei genitori di Paolo. Falkor è qui fuori, pronto ad accoglierci per la prima volta non più come turisti itineranti, ma come fulltimer. Da ieri è collegato alla corrente: le batterie sono cariche, il frigorifero è andato in temperatura (4,7 gradi), i vestiti sono stivati, il letto ancora da fare. Per completare l’approvvigionamento dobbiamo spostare i generi alimentari e i prodotti per l’igiene personale.
Ma la cosa fondamentale è che nessuna notte (salvo eccezioni) sarà più passata tra quattro mura, nessun pranzo sarà più consumato in quella che fino a oggi è stata la nostra cucina. Prima di restituire le chiavi dell’appartamento al proprietario potremo concederci ancora un paio di docce, finire di conservare qualche surgelato e magari cucinare sui fornelli gli ultimi pasti (da consumare rigorosamente sul camper. Insomma, da oggi siamo tecnicamente dei fulltimer. Dal fine settimana lo saremo al 100 per cento!
Le sensazioni che si provano sono strane. Dopo ogni trasloco fatto in passato, alla fine di una giornata dura (a volte durissima) ci si sentiva disorientati, spaesati, travasati da quattro mura a quattro nuove mura che non sentivamo come casa nostra. Per quello ci vuole sempre qualche giorno, più facilmente qualche settimana… Oggi è diverso. Ci si sente straniti, certo, ma anche nel “posto giusto”. Dopo tutto, in camper abbiamo passato molte vacanze, tantissimi weekend, numerose giornate a zonzo per scoprire Italia ed Europa. Quindi ci si ritrova come in una piccola bomboniera familiare, solo con l’impressione di essere all’inizio di una vacanza che non finirà più (magari fosse davvero cosi!). La nuova vita fulltimer è iniziata.