12 luglio 2019 – La settimana “raminga” volge al termine. Scriviamo queste note a metà pomeriggio, prima di sistemare il carico e ripartire alla volta di Arese. Oggi siamo felici: negli ultimi giorni si è concretizzata quella vita che ci aspettavamo di fare facendo la scelta di essere fulltimer. Dopo esserci goduti la vista sul Lago di Como di cui vi abbiamo parlato qualche giorno fa (leggi qui), abbiamo lavorato per quasi due giorni, prima di doverci spostare per scaricare le acque e fare rifornimenti. Dopo una breve ricerca abbiamo deciso una doppia mossa: fare la spesa all’Eurospin per poi approdare all’area di sosta di Colico.
Nel primo caso la scelta è stata quella di abbinare una “missione” dell’app BeMyEye agli acquisti per la cambusa: in questo modo abbiamo “guadagnato” sul nostro portafoglio virtuale 14 euro, risparmiandoli sulla spesa e senza perdere troppo tempo. All’area di sosta, in riva al lago ma piuttosto affollata e non particolarmente gradevole, ci siamo scontrati con i prezzi italiani: 25 euro per 24 ore.
Noi non abbiamo nulla in contrario a pagare i servizi di cui usufruiamo, ma per quella cifra in Francia si trovano ancora molti ottimi campeggi, dove – tanto per evidenziare una differenza con le aree di sosta – è possibile aprire il tendalino, mettere fuori tavolo e sedie e avere un po’ di spazio e privacy. Nella nostra testa immaginamo un prezzo massimo per un’area di sosta che arriva a 15 euro a notte: oltre, preferiamo rinunciare. Così abbiamo usufruito, per quattro euro, della possibilità di scaricare e approvvigionarci d’acqua e siamo tornati a cercarci un posticino a costo zero.
Sono bastati alcuni chilometri in più e una ventina di minuti di tempo per trovare il nostro piccolo angolo di paradiso: uno spiazzo a lato di una stradina di montagna, a mille metri d’altezza, con una vista spettacolare sul lago, senza alcun rumore che non fosse quello della natura (vento, insetti, uccelli) e con la possibilità di passeggiare e rilassarsi anche all’aperto. Sono state 36 ore meravigliose, e solo la distanza da Milano (circa un’ora e 45 minuti per 110 chilometri) ci impedirà di tornare spesso. Comunque questo era l’obiettivo che avevamo in testa: lavorare (perché comunque abbiamo lavorato tanto), ma in luoghi tranquilli e rilassanti. Con il valore aggiunto, in questo caso, di una temperatura esterna notturna di circa 16 gradi (23 all’interno), diventati 26 di giorno, sempre con un bel venticello presente.
In questo contesto abbiamo potuto fare qualche riflessione sul frigorifero (ricordate i problemi che abbiamo avuto? Ne abbiamo parlato qui). Con 35-36 gradi di temperatura esterna e funzionamento a 220V o a gas si fa molta fatica a scendere sotto i 10 gradi di temperatura interna: più facilmente si toccano in 12. Appena le condizioni ambientali migliorano, però, tutto va alla grande, e questa mattina ci siamo svegliati con meno di 2 gradi interni. Insomma, l’estate deve passare e i frigo trivalenti non sono il massimo per farlo nelle migliori condizioni. La cosa importante, però, è che il nostro Thetford ha dimostrato di essere ancora in grado di conservarci quel poco che ci serve: un po’di frutta e verdura, latte fresco, yogurt, qualche pezzetto di Grana.
Vogliamo chiudere con una sorta di lamentela? Stiamo testando la durata delle nostre due batterie. Partiti con il pieno di energia lunedì scorso, abbiamo trascorso quattro notti in libera, spostando il camper per circa 80 chilometri (il motore ha funzionato più o meno per tre ore in tutto), e oggi, in procinto di tornare in un posto dove troveremo la 220V, le batterie indicano 11,7 Volt. Per come abbiamo visto scendere questo valore, penso potremmo permetterci un’ultima notte in libera senza patemi, ma poi saremmo alla frutta. In questo periodo non possiamo lamentarci: il risultato ci pare ottimo, ma d’inverno temiamo sarà un’altra storia. Vedremo!