29 settembre 2019 – Questo è stato il primo anno in cui siamo andati al Salone del Camper per visitarlo partendo da un punto di vista diverso, quello dei fulltimer. E non solo: anche da quello di chi vuole divertirsi raccontando. Così ci siamo messi in gioco, proponendo a chi ci segue una carrellata di post dedicati ai veicoli che seguono la filosofia dei “seimetri”. Speriamo che chi ha avuto la voglia e la costanza di seguirci abbia trovato utile questo nostro modo di raccontare il Salone. Ma ora che la “grande fatica” è alle spalle, possiamo fare qualche considerazione su quello che abbiamo visto.
Intanto abbiamo notato come la fantasia sia ridotta ai minimi termini. Trovare soluzioni originali non è facile, soprattutto nell’ambito dei mezzi piccoli e, ancor di più tra i furgonati. Poi si è capito come la richiesta, a volte sensata a volte meno, di letti pronti e di gavoni garage stia uccidendo le piante alternative. Ogni camperista ha le sue necessità, ed è innegabile che molti abbiano bisogno di spazio di carico particolarmente abbondante, ma non si possono prendere in giro le persone mostrando gavoni capaci di sopportare 350 kg quando quello è quasi il carico utile complessivo del mezzo con patente B (comprensivo di guidatore e passeggeri, non dimentichiamolo).
Oggi tra i camperisti va di moda il “chissenefrega” sullo sforamento di peso, tanto “così fan tutti” e “se le case lo hanno omologato vuol dire che alla fine va bene anche al legislatore” e così via. Noi non siamo d’accordo. Essere consapevoli è importante, rispettare le leggi anche di più, assumersi le proprie responsabilità fondamentale. Non si può piangere dopo. Bisogna prevenire. E allora cerchiamo di non farci abbagliare da “grande è bello” e dalla possibilità di caricare qualsiasi cosa ci venga in mente. Quindi, se il mezzo che ci piace pesa già (sulla carta) tremila chili, riflettiamo bene su cosa ci serve davvero e su cosa è logico (e no) portarsi in vacanza. Se poi sul mezzo ci si vive… beh, non c’è altro da aggiungere.
Ma abbiamo divagato. Dicevamo che da un lato manca la fantasia progettuale (salvo qualche rara eccezione), dall’altra le proposte intorni ai sei metri non solo sono oggettivamente poche, ma molti non le hanno nemmeno portate in fiera. La lunghezza “standard” ormai viaggia tra i sette metri e i sette metri e mezzo, tanto che alcuni definiscono “compatti” i veicoli da 6,99 metri. Non è questa la definizione che noi diamo di compattezza… Il punto è che se in un veicolo da sei metri pretendiamo di avere il letto sempre pronto e un gavone garage, la piantina è obbligata: semidinette, servizi centrali e trasversale in coda. Intendiamoci, per una vacanza una disposizione simile va bene, ma a quel punto tanto vale puntare sul furgonato, perché la vivibilità diurna è più o meno la stessa ma la maneggevolezza superiore.
Per recuperare spazi, siano essi di stivaggio o di area sfruttabile durante il giorno bisogna ricorrere alle idee, e quindi ai compromessi. Le prime piacciono poco ai produttori, che con le idee che non seguono le tendenze principali del pubblico non fanno grandi numeri, e i secondi spesso non piacciono ai clienti, che da buoni ignavi tendono a guardare solo le cose all’apparenza ideali. Il camperista consapevole, invece, sa che il bello nella scelta del mezzo più adatto per le proprie esigenze passa dalla valutazione di ogni piccolo spazio, di ogni meccanismo di funzionamento. Tutto per trovare il “giusto” compromesso tra esigenze, funzionalità, possibilità di spesa e bellezza estetica.
Cosa ci è piaciuto quindi al Salone del Camper di Parma 2019? Tra i furgonati abbiamo apprezzato le piante “familiari” come quella del Dreamer FamilyVan: letti singoli a castello in coda, servizi centrali, semidinette e tetto H3 “super-alto” modificato nella parte anteriore per ricavare un matrimoniale basculante. Un furgonato per una famiglia di quattro persone sarà sempre una scelta un po’ estrema, ma noi che a suo tempo l’abbiamo fatta vediamo i pregi di questa soluzione.
Bella anche l’idea del vano doccia indipendente in alcuni furgonati Dreamer: lo si ricava facendo ruotare l’armadio sul matrimoniale posteriore. Il gioco a incastri va “imparato” per bene prima di usarlo agevolmente, ma il risultato è geniale. L’unico dubbio, con tutti quegli sportelli un po’ leggerini”, è la durata nel tempo.
Volendo rimanere sui sei metri, ma tra i classici semintegrali, la nostra preferenza va senza ombra di dubbio allo Chausson 520 (e al gemello Challenger 180). Tra le nostre convinzioni c’è quella che per un fulltimer sia fondamentale non avere un letto “tra i piedi” a portare via (una montagna di) spazio. E per non doverlo fare ogni sera (soluzione che abbiamo odiato sul nostro furgonato da famiglia) le soluzioni sono solo due: matrimoniale basculante o mansardato. Inutile dire che noi preferiamo la prima: non che il mansardato non abbia i suoi pregi (ne ha tanti, in realtà), ma guardando avanti pensiamo a quando faremo fatica a salire su una scaletta per andare a dormire. E sui modelli Chausson e Challenger citati il letto può scendere fino a livello delle panche.
Escludendo il tema del letto ad “altezza vecchietto”, a Parma abbiamo visto altre due soluzioni che ci sono piaciute, sempre rimanendo sotto i sei metri. La prima è inarrivabile (per noi) dal punto di vista economico: il Wingamm Oasi 540 (che meraviglia: è lungo, anzi corto, come il nostro Falkor!). Adeguatamente accessoriato supera abbondantemente gli 80mila euro, ma è un monoscocca di qualità davvero superba. E nell’ultima versione si può avere con una cucina accorciata che lascia spazio a una panchetta laterale per creare un’area intorno al tavolo davvero importante. Il basculante, in questo caso, va raggiunto con la classica scaletta.
L’altro mezzo che ci è piaciuto è un Benimar: il Tessoro 481 ha un’enorme zona living con un altrettanto enorme tavolo sovrastato dal basculante (che però non scende così in basso come nei cugini francesi), e altra dote importante è la grande cucina a L nella parte posteriore. Il bagno ha dimensioni “normali” rispetto alla grande sala di Chausson e Challenger, e a soffrire un po’ è l’armadio, che deve condividere parte dello spazio con il gavone esterno.
Infine, se si guarda ai motorhome, rimanendo entro i sei metri non si è visto davvero nulla di interessante, ma salendo a 650 centimetri spicca l’Eura Mobil Integra Line 650 HS, l’unico ad avere un grande living a ferro di cavallo (e anche di più) nella parte posteriore, servizi centrali e basculante nella parte anteriore, dove a servizio dei due sedili girevoli in cabina è stato realizzato un piccolo tavolino utile forse per sorseggiare giusto un caffè. Peccato che anche qui il prezzo sia fuori portata…
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