CI PIACE
- Qualità costruttiva
- Doppia presa “shuko” + 1 USB 5 volt
- Pannello di controllo remoto
NON CI PIACE
- Troppo rumoroso in avvio e quando sono ion funzione le ventole di raffreddamento
- Manca il dato tecnico di consumo in standby
- Manuale avaro di informazioni
Prezzo suggerito al pubblico: 299,00 euro
12 ottobre 2019 – Una vita a 12 volt è abbastanza limitante. Ci sono infatti diversi prodotti che non si riescono ad alimentare con una tensione così bassa. Mentre per pc e smartphone si può spesso ricorrere ad adattatori o alle prese USB, quando si parla di spazzolini elettrici, rasoi o piccoli elettrodomestici trovare una soluzione diversa dalla corrente a 220 volt è impossibile. In questi casi, bisogna ricorrere a un convertitore di tensione, comunemente conosciuto come inverter.
Noi abbiamo deciso di prendere un modello a onda sinusoidale pura (non modificata) per una questione qualitativa. Dato che a noi serve soprattutto per apparecchiature elettroniche è sempre meglio non scherzare con la qualità della corrente. La riflessione più lunga è stata quella sulla potenza. Senza limiti di spesa e consumi basta andare su un prodotto da 2.000 Watt e si è certi di soddisfare (quasi) ogni esigenza. Qui però si parla di soluzioni che costano, se di marca, tra 400 e 600 euro.
L’idea di alimentare prodotti come phon, stufette o macchine da caffè espresso non era però il nostro obiettivo. Non che asciugare degnamente i capelli ci faccia schifo, ma pensiamo che le batterie, quando siamo in giro, siano la nostra linfa vitale e non vadano quindi sfruttate oltre i limiti della ragionevolezza. Quanto alle stufette, speriamo di non averne mai bisogno, mentre per il caffè abbiamo deciso di riabituare il palato al sapore della tradizionale moka Bialetti.
In pratica, l’inverter lo utilizziamo per ricaricare uno dei nostri notebook (per il quale non abbiamo trovato il convertitore da 12 volt), lo spazzolino da denti e il rasoio elettrico, e per tenere carico l’aspirapolvere Dyson V10.
Definiti i limiti d’uso è rimasta la scelta tra modelli da 600 o 1.000 Watt. La differenza di prezzo è di circa una novantina di euro, ma valutando tra i prodotti disponibili abbiamo preferito optare per il più potente, anche per la migliore (almeno apparentemente) qualità costruttiva. Alla fine, abbiamo scelto il Melchioni MKC-1000LR, che ci è costato 220 euro (il prodotto era in offerta da Camping Sport Magenta, scontato dai 299 euro del prezzo iniziale suggerito al pubblico). Sappiamo che prodotti di origine orientale possono costare anche molto meno, ma quando si parla di soluzioni che hanno un impatto sulla sicurezza preferiamo mantenerci prudenti e avere un’azienda che si è assunta, anche a livello legale, la responsabilità della qualità del prodotto, pur se realizzato comunque in Cina. Molti non saranno d’accordo con questa filosofia, ma noi abbiamo le nostre convinzioni (a volte siamo teste dure!).
Per l’installazione ci siamo arrangiati: le nostre due batterie sono alloggiate sotto la panca della semidinette e, dato che la lunghezza dei cavi deve essere limitata, abbiamo posizionato l’inverter sulla parete sotto il tavolo. Qui è facilmente raggiungibile per collegare i dispositivi ed è in una situazione ottimale per il raffreddamento. I Melchioni MKC della serie LR (disponibili in versioni da 600, 1.000, 1.500 e 2.000 Watt) sono dotati di un pannello di controllo remoto, da collegare via cavo, da cui è possibile accendere e spegnere l‘inverter e tenere sotto controllo lo stato di carica delle batterie. Noi lo abbiamo messo, utilizzando del potente biadesivo, sul montante dietro il sedile del conducente.
La versione da 1.000 Watt presenta su un lato corto le ventole di raffreddamento e i contatti per il collegamento alla batteria e sull’altro una coppia di prese “shuko” (con foro centrale chiuso: le spine italiane con la messa a terra centrale richiedono un adattatore), una presa USB, il connettore per il pannello di controllo e il tasto di accensione/spegnimento. I cavi di collegamento tra inverter e batterie sono dotati a entrambi gli estremi di occhielli metallici per un fissaggio sicuro. I dati tecnici parlano di una potenza di uscita continua di 1.000 Watt e di una di picco (per 0,1 secondi) di 2.000 Watt. Questo Melchioni pesa 3,3 chilogrammi e ha dimensioni di 400x160x85 millimetri.
Per avere corrente a 220 volt basta accendere l’inverter, che parte con una discreta rumorosità e un sonoro “bip”. Sul display compaiono alternativamente la tensione della batteria e il numero zero: il manuale non spiega a cosa serva questa seconda indicazione. Se si collega qualche apparecchio, la cifra cambia rapidamente: potrebbe essere l’assorbimento? Collegando l’alimentatore del portatile Macbook, per esempio, la cifra oscilla tra 100 e 145 senza alcuna logica apparente. Il sito di Melchioni e la ricerca su alcuni forum non ci hanno aiutato a capirne di più.
Durante l’uso, dall’inverter proviene un leggero ronzio, non particolarmente fastidioso. Quello che invece è molto seccante è quando partono le ventole di raffreddamento, che sono davvero rumorose. Per fortuna non accade spesso, ma la cosa curiosa è che non si trova una relazione tra temperatura ambiente e periodo di funzionamento dell’apparecchio: talvolta, anche in giornate calde, le ventole non partono mai, mentre altre volte, in giornate fresche e pochi minuti dopo l’accensione, si avviano con una frequenza e una durata che suggeriscono – se possibile – di rinunciare all’inverter.
Altra cosa che non siamo riusciti a capire è quanta corrente consuma quando è acceso, ma inattivo: nei dati tecnici questo valore non compare. Non disponendo di un sistema di misurazione rimarremo con questa curiosità. L’unica cosa che abbiamo sperimentato è che in un periodo di lavoro più intenso della media e ricaricando spesso il portatile con il suo alimentatore, la nostra autonomia “off grid” si è ridotta di un giorno. Per questo, ora cerchiamo di usare sempre il convertitore USB invece dell’alimentatore a 220 volt. La presa USB, che può essere usata contemporaneamente alle “shuko”, eroga 5 volt a inverter acceso. Abbiamo notato però che è in grado di ricaricare i nostri dispositivi anche quando è spento, sia pure con una maggiore lentezza.Il Melchioni MKC-1000LR è installato sul nostro Falkor ormai da tre mesi e dobbiamo dire che il suo dovere l’ha fatto. Non ne siamo però pienamente soddisfatti, perché la rumorosità eccessiva quando vanno le ventole di raffreddamento e la mancanza di informazioni sui consumi in stand-by ci spingono verso la filosofia “meno lo si usa meglio è”. Che non è la nostra preferita!