4 novembre 2019 – Da qualche giorno la nostra produzione di testi si è ridotta. Abbiamo cercato di scrivere qualche notizia, ma abbiamo parlato poco di noi. Un po’ lo avevamo messo in conto: una volta che si comincia a vivere in camper e ci si adatta, gli argomenti di conversazione si riducono. Del resto, se non ci sono problemi o fatti particolari da raccontare che cosa diavolo si dovrebbe scrivere? Il nostro diario?Quello in effetti sarebbe un po’ troppo privato… In realtà, andando in giro, di cose da raccontare se ne trovano sempre.
Quello che è successo, però, è che per un motivo tutto sommato banale, per quanto spiacevole, da oltre dieci giorni siamo bloccati ad Arese, “costretti” a lavorare quotidianamente nel nostro bar: la ragazza che lavora con noi si è fatta male a un piede e quindi è stata costretta a rimanere a casa. Quindi siamo, qui, ancora per una settimana, con pochissimo tempo libero. Eh, sì: gli impegni precedenti si sono sommati a quello dietro il bancone del bar e i giorni scorrono con scarse possibilità di mettere in fila i nostri pensieri.
A poco più di cinque mesi dall’abbandono della casa in muratura tutto procede comunque bene. Il freddo, quello vero, non è ancora arrivato. Le temperature esterne, che di notte scendono poco sotto i dieci gradi, ci consentono ancora di tenere il riscaldamento spento quando siamo a letto, mentre durante il giorno due o tre brevi accensioni, di qualche decina di minuti in totale, della Truma ci consentono di mantenere la temperatura sopra i 21 gradi. Quindi, il tema del consumo di gas (e dei relativi costi, visto che usiamo comuni bombole da cucina) non è ancora emerso come protagonista. In generale notiamo che la differenza tra temperatura esterna e interna, a riscaldamento spento, si mantiene sui cinque/sei gradi, segno che il nostro Falkor è ben coibentato.
Anche il problema del consumo energetico, che avevamo previsto potesse emergere nel periodo invernale, per ora non si è manifestato: fino a che siamo fissi ad Arese possiamo stare collegati alla 220 e quindi le nostre batterie sono “a riposo”. Appena riprenderemo a itinerare vedremo se la nostra autonomia estiva di quattro giorni “off grid” e senza spostamenti sarà diminuita.
Vista la situazione abbiamo messo in stand-by la prevista installazione dei pannelli solari. Sappiamo che non sarebbero un supporto determinante nelle giornate grigie, ma psicologicamente l’idea che ci sia qualcosa in grado di caricare almeno un po’ le batterie quando siamo fermi è di conforto. Tra l’altro abbiamo il dubbio che quando siamo in viaggio l’alternatore non faccia il suo dovere e quindi dobbiamo trovare l’occasione per fare una verifica anche di questo aspetto. In ogni caso, il nostro preventivo per una coppia di pannelli flessibili (a causa della forma del tetto non possiamo installare pannelli rigidi) da 150 Watt ciascuno con regolatore MPPT da 350 Watt è li che attende solo il nostro via ai lavori… Riprenderemo a girare e poi decideremo.
Intanto abbiamo deciso di rendere solo un pochino più confortevole il nostro Falkor: dato che quando siamo a letto esiste un’unica luce centrale, scomoda per leggere e fastidiosa per quello dei due che decide di dormire per primo, abbiamo acquistato una coppia di lampade a LED ricaricabili con pinza che si adattano perfettamente al bordo del portaoggetti vicino al letto. Così ora abbiamo anche delle comode abat-jour…
Detto ciò, e in attesa di raccontarvi cose un po’ più “pregnanti” della nostra vita raminga, vi salutiamo con affetto. Ricordandovi (e chiedendovi) di condividere eventuali post che vi piacciono o che possono essere interessanti anche per altri viaggiatori o “quasi viaggiatori”. A presto!
©2019 seimetri.it – Se vuoi lasciare un commento a questo articolo, puoi farlo sulla nostra pagina Facebook