20 febbraio 2021 – Il video di maggior successo che abbiamo girato come Seimetri.it (a dire il vero finora ne abbiamo fatti pochini, ma cercheremo di migliorare!) è la prova del Ford Nugget. Ancora oggi, a oltre un anno e mezzo di distanza da quando abbiamo potuto provare il veicolo, arrivano ancora commenti e richieste di informazioni. Oggi ci scrive Raffaele, che non pone una semplice domanda, ma ha giustamente una lunga serie di curiosità e dubbi. Dato che la risposta non è banale, abbiamo pensato di pubblicare qui un po’ di riflessioni che possono essere utili anche ad altri.
Ecco cosa ci ha scritto Raffaele.
Avevo preso in seria considerazione il Ford Nugget, ma lo avevo già scartato per la poca autonomia. La descrizione della vostra prova concreta mi ha dato un quadro più attendibile. Rimango quindi dell’idea di un furgonato di 6 metri, che per dimensione, vivibilità, guidabilità, penso sia perfetto per due persone. I furgonati sembrano tutti uguali a sfogliare i vari cataloghi. Sono alla ricerca di un veicolo comodo, funzionale con una spesa ragionevole. In commercio ci sono molte, moltissime marche, altrettanti modelli, e un’infinità di possibili allestimenti.
Leggendo i cataloghi, la maggior parte esaltano l’estetica, il comfort, l’eleganza, il sentirsi come a casa, il numero di optional possibili. Poco o nulla sulle caratteristiche tecniche, sulla coibentazione, sui materiali usati, sui componenti ecc. Potere dare la vostra opinione/esperienza, indicando anche dove trovare queste informazioni? Ci sono marche/modelli con una qualità maggiore e marche/modelli con un rapporto qualità/prezzo interessante?
Tralasciando la configurazione, che può essere personale, pensando a un camper furgonato puro (quindi non semintegrali e nemmeno mansardati) nuovo o recente, Euro6, per la vostra esperienza anche di fulltimer, quali marche, modelli secondo voi sono più affidabili o che hanno un buon rapporto qualità/prezzo? Quali caratteristiche del mezzo nel suo complesso occorre tenere presente e prendere in considerazione che sui vari cataloghi non sempre è citato? Inoltre, c’è differenza tra Fiat Ducato e Citroën Jumper? Motori da 120-130 CV sono appena sufficienti per un 3,5 quintali o meglio la fascia superiore? Grazie
Risposte non sempre univoche
Sono tutti aspetti che meritano un approfondimento, soprattutto quando si è alla ricerca del proprio camper van. Ma le risposte non sono sempre univoche, e anche con l’esperienza a volte non si riesce ad arrivare a un’unica conclusione. Noi, possiamo però provare a esprimere un “parere motivato”, che non deve essere preso per oro colato, ma semplicemente come un punto di vista che può aiutarvi a valutare meglio i camper che andrete ad analizzare.
Il punto di partenza che, leggendo schede tecniche, articoli e opinioni, deve sempre essere tenuto in considerazione è l’esigenza personale: non esiste mai il veicolo perfetto per tutti, nemmeno all’interno di una specifica categoria. Numero dei componenti dell’equipaggio, le loro dimensioni fisiche (statura, peso), i gusti e le attitudini personali, le esigenze legate alla tipologia di utilizzo sono variabili talmente numerose che è impossibile identificare un mezzo ideale per tutti. Noi ce ne siamo resi conto ancora di più trasformandoci da semplici camperisti in fulltimer: decine di elementi, anche molto piccoli, che prima non avevano alcuna importanza ora rientrano nella nostra personale valutazione dei mezzi che vediamo.
Quanto conta davvero la qualità
Il secondo elemento fondamentale è costituito dalla discussione su quali siano i veicoli con la maggiore qualità o con il migliore rapporto qualità/prezzo. Anche qui non è semplice dare una risposta, perché la qualità vera la si può valutare solo esaminando i piccoli dettagli, le parti nascoste e la durata nel tempo. Quello che è certo è che in un camper molte parti non nascono per un uso intensivo e quindi anche nei prodotti migliori bisogna mettere in preventivo danni più o meno sostanziosi nel corso del tempo. Uno dei problemi che abbiamo riscontrato più spesso, pur vivendo in un mezzo di una marca universalmente riconosciuta di qualità elevata (e confermiamo questo giudizio su Hymer dopo averci vissuto un anno e otto mesi) è che le plastiche invecchiano, si induriscono e a volte si spezzano, magari per colpa di un chicco di grandine, altre per un piccolo urto, altre ancora semplicemente per l’età.
Guardando i cataloghi difficilmente si possono comprendere le differenze qualitative relative ai materiali e alla costruzione. Quelle si valutano guardandoli e toccandoli, studiando le tolleranze degli accoppiamenti. Poi c’è la qualità nella progettazione. Una parte si può percepire anche solo guardano le foto o il layout interno: se una porta o uno sportello sono pensati male all’origine si può anche intuire da una foto che potranno essere un piccolo problema nella vita quotidiana, così come si può capire se lo spazio (particolarmente prezioso nei camper van) è sfruttato al meglio oppure no.
Una marca vale l’altra?
Ma la domanda riguarda quali marche sono meglio di altre. E onestamente qui la risposta è davvero difficile, per diversi motivi. Il primo è che all’interno della stessa marca si possono trovare veicoli “nati bene” e altri che invece sin dall’origine sono stati pensati in modo superficiale. Il secondo è che una componente importante di quello che chiamiamo “rapporto qualità/prezzo” dipende dalle dotazioni. E dato che i fornitori di base nel settore dei camper sono sempre quelli, la differenziazione dipende solo da “quanta roba” viene offerta a parità di prezzo. Per intenderci, una Truma è sempre su una Truma e un WC Thetford o Dometic è sempre lo stesso indipendentemente dalla fascia di prezzo o qualitativa del veicolo.
Certo si può provare a banalizzare. Ma dire che un Malibu ha sicuramente un livello qualitativo superiore a molti altri è facile. Più difficile è comparare da questo punto di vista i numerosissimi prodotti di fascia media. Insomma, la risposta non è né facile né univoca. E quando adocchiamo un camper van che ci piace l’unica cosa da fare è cercare di trovarne un esemplare presso la rete vendita o nelle fiere e dedicarci tempo e pazienza per analizzarlo a fondo. Sapendo però, anche in questo caso, che la perfezione non esiste e spesso ha poco senso interrogarsi sul livello qualitativo assoluto del camper, perché la cosa più rilevante alla fine è che impostazione di base e dotazioni siano quelli che rispecchiano le proprie esigenze. L’importante è che il livello qualitativo sia coerente con il prezzo del veicolo.
Ma i camper van sono davvero costosi?
Questo ci porta a un altro elemento di riflessione. A tutti piace spendere poco, a volte perché non possiamo permetterci investimenti troppo elevati, molte altre semplicemente perché non ci piace sprecare denaro. Però in Italia abbiamo una visione un po’ sfalsata della realtà dei prezzi. Quando vediamo un furgonato allestito in serie a livello industriale e il prezzo parte da 40/42 mila euro lo giudichiamo già “costoso”,soprattutto considerando che con gli optional “giusti” quasi sempre si arriva a un prezzo di listino che si aggira intorno ai 50 mila euro. E questo per i marchi di fascia media.
Ma per rimettere tutto nella giusta prospettiva, bisogna pensare che il mercato più grande d’Europa, quello tedesco (dove l’anno scorso sono stati immatricolati circa 70 mila camper, contro i seimila in Italia), la spesa media per un veicolo ricreazionale è stata di 70mila euro. Spesa media. Dal loro punto di vista, un camper van da 50mila euro è economico, non costoso. E se fate un preventivo per l’acquisto di un Fiat Ducato da sei metri di lunghezza, con motorizzazione base da 120 cavalli e portata da 33 quintali e gli accessori indispensabili (doppio airbag, climatizzatore manuale, cruise control), è facile scoprire come il prezzo di listino della sola meccanica sia di oltre 44mila euro, che Fiat vi sconta – per un improbabile acquisto online – a poco più di 29mila euro. A cui vanno aggiunti i costi di allestimento e omologazione. Non è un segreto che una camperizzazione non troppo spinta viaggi, in Italia, tra i 15 e i 25 mila euro. Quindi esattamente perché dovremmo considerare “costoso” un camper van da 50 mila euro?
Certo, non avendo a disposizione una cifra simile bisogna fare delle scelte. Esattamente come faremmo per un’auto: se non possiamo permetterci una BMW o una Mercedes valuteremo una Fiat o una Renault; se il nuovo è troppo caro, c’è il mercato dell’usato. Lo stesso discorso vale per i camper. Ma è difficile aspettarsi prodotti completi e di alta qualità a 40 mila euro.
L’affidabilità di base è garantita
Raffaele ci chiede poi quali marche o modelli secondo noi sono più affidabili. A livello di meccanica si entra facilmente nelle guerre di religione, con chi preferisce e sostiene Fiat contro chi invece esalta Mercedes, passando per le sfumature di Citroën e Peugeot e le alternative Ford, Volksvagen e Iveco. Qui c’è in realtà poco da dire: il leader è Fiat Ducato, che nel 2020 è stato per la prima volta il veicolo commerciale più venduto in assoluto in Europa. Risultati di questo genere non si costruiscono in un giorno e non arrivano per caso, quindi ci sentiamo di dire che scegliere una meccanica Fiat non è un problema: la qualità c’è.
Sui nostri mezzi abbiamo avuto châssis Volkswagen T3 (molti, molti anni fa), Fiat Ducato 1.9TD (non era così male come molti sostengono oggi quando si parla di usato), Mercedes Sprinter 316, Citroën Jumper 2.8 da 127 cavalli e ora Fiat Ducato 2.3 110 cavalli (Falkor ha qualche annetto sulle spalle). Quella che ci ha dato più problemi è Mercedes, ma sul Ducato vecchio abbiamo dovuto cambiare il radiatore. Quello attuale ha superato i 220mila km e (incrociando le dita) è un gioiellino… Come ogni costruzione meccanica complessa, crediamo che ogni veicolo faccia un po’ storia a sé. Il modo in cui la si tratta e la manutenzionepossono fare la differenza, ma poi il fato e la casualità possono metterci lo zampino. Francamente noi non staremmo a dare troppi meriti o demeriti a una meccanica specifica: tutte nascono come mezzi da lavoro, quindi intrinsecamente robusti.
Cosa cambia tra Fiat e Citroën
Alla domanda specifica sulle differenze tra Fiat Ducato e Citroën Jumper è più facile dare risposta. I veicoli Fiat, Citroën e Peugeot vengono tutti costruiti nella stessa fabbrica, una joint venture di lunga data battezzata Sevel. Telaio di base, carrozzeria, lamierati e accessori sono quindi gli stessi, assemblati nello stesso identico modo. A cambiare è il motore: ogni casa oggi monta la propria versione, con un po’ di differenze nell’origine e nelle caratteristiche tecniche di potenza e coppia. In passato, invece, qualche motore è stato condiviso. Ma vale lo stesso ragionamento fatto per le marche. Forse l’unica cosa che si può valutare con un po’ più di attenzione, se si pensa di usare il veicolo molto all’estero in paesi diversi da Italia e Francia, è la diffusione della rete di assistenza. Anche qui, però, trovando il nostro veicolo ideale noi non ci porremmo troppi problemi.
Quando invece si parla di potenza non abbiamo dubbi: le versioni da 120 cavalli noi non le prenderemmo in considerazione. I nostri 110 sono indubbiamente pochi, i 127 che abbiamo avuto in passato sufficienti. Quindi, salvo la decisione di prendere un prodotto in pronta consegna sui cui non è possibile scegliere potenze diverse, punteremmo sicuramente sui 140 cavalli, almeno parlando di Fiat Ducato. Questa secondo noi è la soglia sotto cui non scendere. Potendo (perché i prezzi poi salgono molto), meglio i 160 cavalli. I 170 del Nugget ci sono piaciuti parecchio…
Dove trovare le caratteristiche
Una domanda interessante di Raffaele riguarda dove trovare le caratteristiche tecniche e su cosa concentrarsi. Qui è difficile che ci siano segreti. Il problema, semmai, è che le case tendono a presentare i dati in forma diversa e quindi fare comparazioni non è sempre facile. Ma cercando bene tra brochure, cataloghi e soprattutto listini (che ora sempre più spesso, per fortuna, vengono resi disponibili per il download, anche se a volte un po’ nascosti) si trova quasi tutto. Forse l’unico “segreto” difficile da carpire è quello legato alla coibentazione, dove tutti affermano di essere il meglio disponibile.
Il punto qui è che in un furgonato a fare davvero la differenza, in particolare nei climi più freddi, sono elementi esterni e/o aggiuntivi piuttosto che la coibentazione originale. Essendo mezzi lamierati, l’isolamento è sempre difficile da ottenere, soprattutto dovendo conciliare la dotazione tecnica con un prezzo di listino relativamente contenuto. Chi va sulla neve o al gelo alla fine risolve con oscuranti esterni per la parte anteriore e tende termiche sui portelloni posteriori, e con questo si assicura un confort adeguato anche nei posti più freddi a prescindere dall’allestimento originale.
Cosa tenere in considerazione
L’aspetto di cosa tenere in considerazione valutando un camper van è invece già più legato alle esigenze personali. Quindi possiamo rispondere a Raffaele cosa guardiamo noi quando un mezzo ci piace. A parte il layout, che deve rispondere alle specifiche esigenze di ogni equipaggio, prima di tutto tendiamo a preferire una dotazione di serbatoi dell’acqua coerente: se abbiamo 100 litri per la potabile ne vogliamo altrettanti per le grigie. Queste ultime devono poter essere protette dal freddo, quindi coibentabili e riscaldabili. Il frigorifero lo preferiremmo a compressore (oggi abbiamo un trivalente, che quando fa molto caldo va in crisi più facilmente), mentre per il riscaldamento noi, andando un po’ controcorrente, preferiamo il gas.
Da fulltimer la nostra “configurazione ideale” (che per altro noi non abbiamo ancora implementato) prevede una bombola ricaricabile (il cosiddetto serbatoio mobile di cui abbiamo parlato qui) e una bombola standard, semplificando così reperibilità e favorendo il risparmio (il gas caricato ai distributori GPL costa molto menorispetto a quello in bombole “da cucina”). A questo affiancheremmo un riscaldatore a gasolio, mettendo insieme così tutti i vantaggi delle diverse tipologie di riscaldamento e avendo un sistema di backup in caso di problemi a uno dei due impianti. Questo però è un punto di vista molto legato alla nostra condizione di fulltimer. Alla fine, noi opteremmo per un mezzo con riscaldamento a gas per poterlo poi arricchire con le nostre opzioni.
Gli accessori indispensabili
In termini di dotazioni noi non rinunceremmo mai a doppio airbag, cruise control, aria condizionata in cabina, oscuranti plissettati, zanzariera sul portellone, gradino elettrico, pannelli solari (meglio due) e tendalino. Ovviamente tutto ciò che riguarda la meccanica va ordinato subito, mentre il resto se non c’è si può aggiungere in un secondo momento.
Infine, una riflessione va fatta sul peso. Molti ritengono (erroneamente) che un camper van pesi tendenzialmente meno di un semintegrale. Non è sempre vero, soprattutto quando le dimensioni arrivano a 636 centimetri di lunghezza. Se poi si aggiunge un tetto a soffietto (che da solo può pesare 120/150 chili), arrivare al limite della portata consentita è un attimo. Il nostro consiglio, quindi, è di evitare il telaio da 3,3 quintali e di verificare attentamente la massa in ordine di marcia del mezzo che ci piace comprensiva di tutte le opzioni. Se poi pensiamo alla possibilità di un portamoto l’attenzione deve essere massima per evitare di trovarsi sovrappeso.
L’importanza dell’originalità
A parte queste considerazioni generali, noi apprezziamo molto l’originalità, che spesso denota una ricerca di nuove soluzioni per lo sfruttamento del (poco) spazio su un furgonato. Se hai già un veicolo ricreazionale, e quindi un po’ di esperienza, un esercizio molto utile valutando un nuovo veicolo è provare a immaginaredove metteresti la roba che hai già, per capire se vani, pensili, armadi sono sufficienti alle tue esigenze. Perché in un camper van, ogni centimetro va sfruttato al massimo.
Grazie a Raffaele, che con le sue domande ci ha dato la possibilità di affrontare diversi argomenti importanti. Concordiamo anche su una sua affermazione: il furgonato è perfetto per due persone. Questo non significa che non possa andare bene anche per la famiglia (noi abbiamo fatto vacanze in quattro su un cinque metri e 60 per qualche anno), ma bisogna essere consci dei limiti che questa tipologia comporta: spazio di stivaggio limitato e spazio diurno interno ai minimi termini. Il che rende più difficile, per esempio, la sosta libera e spinge verso l’utilizzo delle strutture attrezzate. Perché nella quotidianità della vacanza, soprattutto estiva, si finirà per vivere più all’esterno che all’interno.
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