CAMPERANDO

Il dado è tratto, anzi la bombola: grazie a GES International installeremo un serbatoio mobile di GPL della belga Prakto

13 febbraio 2022 – Il tema del gas in camper è sempre molto dibattuto. È indubbio che la classica coppia di bombole di GPL (Gas di Petrolio Liquefatti) da 11 chili sia la soluzione più diffusa in assoluto, ma anche quella che genera le maggiori preoccupazioni. Quelle relative alla sicurezza sono le principali, ma oggettivamente infondate. L’impianto del gas, come del resto quello elettrico, richiede il rispetto delle normative e un controllo periodico. Operazioni che è sempre bene affidare a un professionista: per quanto la nostra bravura nel fai-da-te possa essere sviluppata, le conoscenze tecniche di questi specifici settori non vanno mai sottovalutate.

Se la presenza di un impianto a gas non è fonte di preoccupazione in tema di sicurezza, ci sono però diversi altri elementi che costituiscono per gli utenti delle vere e proprie seccature. Il primo è che quando una bombola finisce bisogna collegare quella di riserva, e in certi orari o in particolari condizioni climatiche questa operazione può diventare un vero e proprio incubo. Per fortuna qui esistono soluzioni tecniche che consentono di superare la difficoltà. Sul nostro Falkor abbiamo installato il Truma DuoControl CS, che passa in automatico da una bombola all’altra quando una finisce.

I tre limiti delle bombole: reperibilità, costo, compatibilità 

I tre aspetti con cui è più difficile convivere riguardano invece la reperibilità delle bombole, il loro costo e la loro compatibilità (se acquistate all’estero) con il nostro impianto. In estate il primo problema è molto relativo: a riscaldamento spento, l’uso del gas per cucinare, scaldare l’acqua e raffreddare il frigorifero trivalente ad assorbimento il consumo è modesto. Noi che in camper normalmente ci viviamo, ci mettiamo circa un mese a consumare una bombola.

Le cose cambiano quando il clima è più freddo: nei periodi invernali con temperature vicine allo zero, come quelle che abbiamo sperimentato in Pianura Padana negli ultimi inverni, una bombola ci durava una settimana. E il nostro veicolo è piccolo e ha un’ottima coibentazione: con camper più grandi e con temperature molto sotto lo zero una bombola può anche durare non più di due o tre giorni. Indipendentemente da questo, comunque, bisogna cercare la sostituta, e questo non è sempre semplice: tendenzialmente deve essere della stessa marca, altrimenti il rivenditore può rifiutarsi di prendere quella vuota e chiedere la cauzione per quella nuova.

Non ricaricate le bombole da cucina al distributore!

Il secondo tema è quello del costo. È vero che se si usa il camper solo per le vacanze il problema può essere limitato, ma nel Nord Italia una bombola da 11 chili attualmente arriva a costare anche 35 euro. Utilizzando spesso il veicolo nel periodo invernale, l’esborso economico può diventare impegnativo.

Infine, all’estero è molto più difficile reperire una bombola, sia perché l’attacco quasi sempre non è compatibile con i nostri raccordi, ma soprattutto perché nessuno prende la nostra bombola vuota per fornircene una a costo zero (gas a parte). Così, nonostante la presenza di eventuali adattatori, cambiare bombola fuori dall’Italia può essere davvero molto difficile.

Qui è importante una nota tecnica e di sicurezza: ricaricare le normali bombole di gas pensate per uso domestico presso un distributore di GPL per autotrazione non solo è vietatissimo, ma anche estremamente pericoloso. Queste bombole possono essere ricaricate solo nelle apposite strutture presente nei centri di distribuzione del gas ed esclusivamente da personale specializzato. Tali contenitori, infatti, non dipongono di nessuna specifica dotazione di sicurezza e, se riempiti troppo, possono arrivare a esplodere.

Le alternative sono costose

L’alternativa a tutto questo si chiama gasolio (per il riscaldamento), compressore (per il frigorifero) e induzione (per la cucina), ma il costo per la trasformazione del proprio veicolo è molto elevato, dovendo installare un riscaldatore e soprattutto pensare a un impianto elettrico capace di gestire i consumi di questi dispositivi.

Chi non vuole rinunciare al gas (che è comunque molto pratico, poco inquinante ed efficace) può pensare all’installazione di un bombolone specifico, che ha due caratteristiche fondamentali: una valvola di sicurezza che in caso di incidente interrompe l’erogazione del gas e una doppia camera interna, per cui la capienza complessiva del serbatoio viene sfruttata solo all’80 per cento circa. In caso di espansione del gas a causa di variazioni di temperatura non si corrono rischi, perché il restante volume del 20% è pronto ad accoglierlo. Qui ci sono due limiti: il primo è che tra costo del prodotto e installazione la cifra da prevedere è decisamente elevata, il secondo che non tutti i camper hanno spazio a sufficienza sotto la scocca per ospitarlo. Falkor ha la caratteristica di essere allestito su un furgone pianalato, che offre poco spazio in altezza sotto il pavimento. In questo caso, il bombolone non ci può stare e altre soluzioni più invasive, come tagliare una parte del pianale, si sono rivelate troppo complesse da realizzare.

La soluzione si chiama serbatoio mobile Prakto

Tutto questo “pippone” per arrivare a dirvi a quale soluzione siamo arrivati noi. E a dire il vero avremmo anche potuto pensarci prima, visto che era sotto i nostri occhi: ne abbiamo parlato proprio in questo articolo. Grazie alla collaborazione di GES International, uno dei principali distributori italiani di prodotti e accessori per la vacanza all’aria aperta, stiamo per installare su Falkor il serbatoio mobile della Prakto. Questa soluzione ci offrirà diversi vantaggi.

Sappiamo già che avremo un prodotto completamente sicuro, grazie alla presenza di una valvola di tipo automotive che in caso d’urto si bloccherà automaticamente e al riempimento limitato all’80 per cento della capacità. Sappiamo anche che, nonostante le certificazioni europee, per la normativa italiana questo prodotto non è riconosciuto, e quindi potremmo trovare distributori che rifiutano il rifornimento. Per ora, da quello che si legge sui social, pare che questo problema sia abbastanza limitato, ma quando ci troveremo sulla strada vi sapremo dire in maniera più precisa.

Sicuro, pratico, economico

Quello che abbiamo deciso di fare, per avere la massima flessibilità, è installare il serbatoio mobile Prakto in posizione fissa, con l’attacco sulla parete, in modo da poterlo ricaricare dall’esterno, e di mantenere una comune bombola da 11 chili. In caso di rifiuto al rifornimento avremo sempre la scorta “standard”, mentre se ci troveremo nella situazione in cui reperire una bombola da cucina sarà difficile avremo sempre la possibilità di riempire la Prakto.

In questo modo abbasseremo anche il costo medio del gas (quello fatto ai distributori costa meno di quello distribuito in bombole) e potremo recarci all’estero con maggiore serenità: la presenza di un kit di adattatori che copre tutta l’Europa dovrebbe garantirci la possibilità di ricaricare in ogni Paese.

Il serbatoio mobile Prakto da 26,3 litri (che dovrebbero equivalere grosso modo a 15 kg) ha un prezzo suggerito al pubblico di 430 euro, accessori esclusi (kit per l’installazione fissa, raccordi, filtro, adattatori).

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INFORMAZIONI SULL'AUTORE / ABOUT THE AUTHOR

Paolo Galvani

Nato nel 1964, è giornalista professionista dal 1990 e imprenditore dal 2007. Si occupa di tecnologia dalla fine degli Anni '80, prima come giornalista poi come traduttore specializzato, e da circa tre decenni ama girare in camper. Dalla fine di maggio del 2019 è diventato "fulltimer". A luglio 2019 ha lanciato il blog seimetri.it.

Born in 1964, he has been a professional journalist since 1990 and an entrepreneur since 2007. He has been involved in technology since the end of the 1980s, first as a journalist and then as a specialized translator, and for about three decades he has loved traveling in a motorhome. Since the end of May 2019 he has become a "fulltimer". In July 2019 he launched the blog seimetri.it

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