20 aprile 2022 – Da qualche giorno siamo non solo tornati in camper, ma addirittura in vacanza! Abbiamo scelto un itinerario “slow” che disegniamo giorno per giorno, senza fare programmi. Così nella settimana appena trascorsa abbiamo visitato Marostica, Bassano del Grappa, Montagnana e Mantova: quattro posti che consigliamo caldamente per la loro bellezza e ricchezza culturale.
In queste occasioni abbiamo fruito di due aree di sosta, una a Bassano del Grappa e una a Mantova. Questo ci ha offerto, come spesso accade, qualche spunto di riflessione. Il turismo itinerante in camper sta vivendo un momento di grande interesse. Non solo la voglia di viaggiare, dopo la pandemia, è tornata alla grande, ma molte nuove persone si stanno avvicinando a questo modo di fare vacanza. E se ci fossero disponibili sul mercato veicoli a sufficienza assisteremmo a una notevole crescita.
Già così, però, di camperisti a zonzo per la penisola ce ne sono molti, e tanti altri arriveranno dall’estero, Germania in primis, dove il numero dei mezzi negli ultimi due anni è cresciuto con numeri impressionanti. Il tema dell’accoglienza, non nuovo per altro, si porrà con ancora maggiore forza. Perché in Italia, va detto chiaro, non siamo ancora all’altezza di altri paesi europei. Ma quello che preoccupa di più è che il modo in cui ci prepariamo a una trasformazione epocale non sempre è quello ideale.
L’accoglienza del camperista si basa su tre tipologie di “spazi” differenti: il parcheggio, l’area di sosta e il campeggio. Quale mettere a disposizione e utilizzare e quanto farlo pagare dipende da tanti fattori: lato turista vanno valutate il tipo di località, il suo affollamento nel periodo della visita e la necessità o meno di avere servizi specifici come corrente e carico/scarico acqua; lato amministrazioni locali la disponibilità degli spazi e la gestione dei flussi turistici e del traffico.
Non c’è mai quindi una risposta univoca, che spesso emerge tra le opinioni dei camperisti (sempre e solo sosta libera, piuttosto che “la vacanza è in campeggio”) e degli amministratori locali (che spesso vorrebbero confinare i veicoli ricreazionali in spazi specifici). In quella che spesso diventa una contrapposizione dannosa, noi vogliamo dare il nostro modesto punto di vista.
I parcheggi
Quando un camperista si sposta, spesso ha bisogno di un parcheggio temporaneo. Può essere per visitare un’attrazione turistica, un ristorante, il centro storico di un paese, un parco. È bene ricordare (sempre) che gli autocaravan sono equiparati dal Codice della Strada (art. 185) alle autovetture (categoria M1) e quindi possono transitare e parcheggiare negli stessi spazi, naturalmente rispettando gli stalli che li delimitano.
Già questo pone un limite a dove è possibile parcheggiare un camper, perché le misure “standard” della maggior parte dei parcheggi sono di 2,5 per 5 metri, ovvero quasi nessun veicolo ricreazionale può sostarvi regolarmente perché sporgerebbe dallo spazio designato. Per fortuna, spesso le misure sono più abbondanti o ci sono parcheggi longitudinali delimitati solo dalla riga che segue la carreggiata, senza limitazioni in lunghezza per i veicoli.
Nonostante questo, molte amministrazioni ritengono di dover porre sbarre per limitare l’altezza dei veicoli o il transito ai camper. Se non ci sono motivazioni oggettive, queste norme non sono legali. È chiaro però che in presenza di un cartello di divieto è inutile intestardirsi per far valere i propri diritti: discutere con un poliziotto locale che fa semplicemente il proprio dovere non ci porterà nulla di positivo.
Se invece si viene sanzionati o si riscontra una situazione difficile da accettare, il nostro consiglio è di chiedere il supporto dell’Associazione Nazionale Coordinamento Camperisti (ANCC), i cui legali lavorano continuamente per aiutarci. Ovviamente non bisogna (e non si può) ricorrere all’ANCC solo quando si ha una multa in mano, ma è bene iscriversi e rimanere iscritti almeno fin tanto che si fruisce di un veicolo ricreazionale: costa da 20 a 35 euro all’anno a seconda della tipologia. Ricordate comunque di usare sempre il buon senso: se possibile, evitare i luoghi troppo affollati e di parcheggiare occludendo la vista delle vetrine di esercizi commerciali o davanti alle finestre di casa. Meno occasioni di discussione si creano, più serena sarà la vacanza.
Le aree di sosta
Questa è la tipologia di approdo che abbiamo usato un paio di volte in questi giorni. In entrambi i casi – Bassano del Grappa e Mantova – si tratta di aree situate a circa un chilometro dal centro. Una distanza abbordabile da chi ama camminare e che non crea problemi a chi si sposta con monopattino, biciclette o scooter. Per tutti gli altri, entrambe le amministrazioni hanno previsto una navetta (1,20 euro il biglietto in Veneto, gratuita in Lombardia) che ogni manciata di minuti porta in centro.
Parlando di aree di sosta, la nostra idea in merito alla congruità dei prezzi l’abbiamo già espressa in questo post. Entrambe quelle visitate rientrano correttamente nei parametri: quella di Bassano del Grappa, con corrente inclusa, ci è costata 10 euro, mentre a Mantova, dove in più ci sono i bagni riscaldati con doccia calda inclusa, abbiamo speso 21 euro.
Qui però si innesta un po’ di attualità. L’amministrazione comunale lombarda ha infatti deliberato nei giorni scorsi un aumento a ben 30 euro per 24 ore. Le reazioni non si sono fatte attendere e, sull’onda delle proteste, nel periodo pasquale l’aumento non è stato applicato. Ora, secondo gli addetti con cui abbiamo parlato, è da vedere se si procederà o meno con le nuove tariffe. Secondo noi sarebbe un errore: 30 euro sono un prezzo valido per un campeggio, non per un’area di sosta dove – da regolamento – non si possono (non si potrebbe, visto quanto la maleducazione sia dilagante) aprire i tendalini e dove è vietato disporre all’esterno tavoli e sedie. Una tariffa del genere non fa altro che scoraggiare il turista itinerante.
C’è chi sostiene che chi acquista un veicolo ricreazionale dovrebbe poter sostenere senza problemi spese di questo tipo, visto che in fondo si trova in vacanza. Ma secondo noi un turista deve poter decidere liberamente dove spendere i propri soldi nel modo più conveniente. E comunque non tutti coloro che hanno un camper possono permettersi di spendere denaro senza un minimo di attenzione. Il punto è che tutto dovrebbe essere rapportato ai servizi offerti. Che non devono sovrapporsi a quelli dei campeggi.
I campeggi
Qui veniamo all’ultimo punto. Il campeggio, per un turista itinerante, non deve essere considerato l’unico approdo lecito, ma uno degli elementi che compongono la ricettività all’aria aperta. Il campeggio lo si sceglie per esempio quando ci sono bambini, che hanno così un posto “protetto” dove giocare liberamente; lo preferisce chi si ferma in una località per qualche giorno; lo usa chi ha bisogno dei servizi che nei parcheggi ovviamente non sono disponibili e nei posti dove magari l’area di sosta non c’è.
Ma sono strutture fondamentali per la ricettività turistica. Purtroppo, assistiamo spesso a delle “derive” che non ci convincono. Per esempio, la moda che tende verso il villaggio all inclusive o il glamping spesso penalizza la disponibilità di piazzole per il turista itinerante, oltre a far crescere il prezzo medio a livelli poco condivisibili. Certo ci può essere chi preferisce un modello di turismo all’aria aperta votato al lusso, ma non vanno dimenticate le persone che cercano con la natura un rapporto più “basico”. Del resto nel mondo degli alberghi si va dalla pensione fino all’hotel a 5 stelle e in quasi ogni località il turista può scegliere la tipologia di alloggio che preferisce o che può permettersi.
E poi c’è la questione dei periodi di apertura: molte strutture sono aperte solo sei mesi all’anno e ci sono località dove fuori stagione non si trova nulla: né servizi di base né accoglienza più strutturata. Ma chi ha un camper difficilmente lo usa solo sei mesi all’anno. E va oltre tutto spinto a servirsi sempre di strutture attrezzate per il carico e lo scarico (che non possono MAI essere effettuati in luoghi non preposti). Ignorare la questione favorisce solamente comportamenti illeciti.
La nostra visione
E allora noi abbiamo qualche suggerimento, che non vuole essere certo una panacea per tutti i mali, ma che se fosse preso in considerazione in qualche modo a livello legislativo potrebbe aiutare il settore a svilupparsi in modo più razionale.
Per i parcheggi, per esempio, è necessario che i comuni non discriminino in base alla tipologia di veicolo e provino invece a creare degli spazi dedicati, dove le dimensioni degli stalli non siano un problema per i camper. E in ogni comune dovrebbe essere obbligatoriamente presente un camper service con la possibilità di smaltire i rifiuti in modo differenziato: è una struttura economica da realizzare, ma indispensabile per mettere il turista itinerante nelle condizioni di utilizzare correttamente il suo veicolo.
Per le aree di sosta, il consiglio è di non esagerare con i prezzi e nemmeno con i servizi: non devono diventare delle concorrenti indesiderate dei campeggi, ma semplicemente offrire un gradino più elevato nella scala dell’accoglienza, dove la discriminante principale è l’offerta di corrente. Il posto deve essere gradevole, sicuro, se possibile ombreggiato e a non troppa distanza dal centro abitato. Un’offerta di informazioni turistiche in loco aiuterebbe il visitatore a capire quali attività si possono svolgere nella zona, creando un legame più duraturo che può spingerlo a tornare o a promuovere con il passaparola quella località.
Per i campeggi, secondo noi sarebbe indispensabile provare a identificare alcune piazzole adatte a un uso più itinerante, magari a un prezzo contenuto, ove possibile accessibili tutto l’anno, anche in modo indipendente dalla struttura. Un percorso di adeguamento di questo genere dovrebbe essere agevolato dalle amministrazioni e sostenuto dalle associazioni di settore.
Crediamo che in questo modo si avvierebbe un percorso virtuoso, capace di offrire al turista itinerante una gamma di servizi tra cui scegliere e mettendolo nelle condizioni di fruire al meglio dei luoghi senza incentivarlo a comportamenti poco civili o palesemente al di fuori delle norme.
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