ALLA PROVA DEL 6 (MT)

TEST – Auricolari “true wireless” (senza fili) Jabra Elite 75t

CI PIACE

  • Funzionalità EarThrough
  • Dimensioni contenute
  • Qualità audio musicale elevata
  • Ottima qualità costruttiva
  • Controllabili tramite tasti fisici
  • Eccellente autonomia
  • Molto comodi da indossare
  • Versatilità elevata (grazie all’app Sound+)
  • Resistenti ad acqua a polvere (IP55)

NON CI PIACE

  • Audio in chiamata telefonica migliorabile
  • Messaggi vocali non disponili in italiano
  • Manca la ricarica wireless

Prezzo suggerito al pubblico: 179,90 euro

25 aprile 2020 – Quando avevo circa 14 anni ho indossato per la prima volta in vita mia delle cuffie stereo: è stata una sensazione incredibile. Oggi i ragazzi non riescono nemmeno a immaginare cosa possa voler dire vivere 14 anni senza mai avere avuto un auricolare o una cuffia e all’improvviso “sentire” le voci (e soprattutto la musica) direttamente in testa. Ricordo di avere pensato “cosi devono sentirsi i matti!”. Espressione certo non “politically correct”, ma che rende bene l’idea. Oggi chi cerca prodotti di qualità per ascoltare musica si rivolge ancora a dispositivi sovraurali di un certo livello, ma le esigenze di praticità ci hanno rapidamente portato prima alle “cuffiette” (quelle tipiche dei primigeni lettori musicali portatili, conosciuti anche come Walkman), poi agli auricolari e infine agli auricolari senza fili (wireless).

Tutto questa pappardella solo per introdurvi la prova che vi proponiamo questa volta: quella degli Jabra Elite 75t. Si tratta di un prodotto “true wireless”, ovvero privo di qualunque cavo o collegamento tra i due auricolari, che raggiunge livelli di eccellenza. La concorrenza più vicina, in termini qualitativi, è quella di Apple, con gli AirPod Pro. Tuttavia, c’è una differenza sostanziale tra i due prodotti: la tecnologia scelta per la riduzione del rumore di fondo. I Jabra utilizzano un sistema di riduzione passivo, mentre gli Apple adottano un sistema attivo (Anc: Active Noise Cancellation). Nel primo caso, a tenere il rumore fuori dal nostro condotto auricolare è una barriera in silicone (costituita dagli “eargel”, quelli che noi chiamiamo “gommini”), mentre nel secondo vengono utilizzati anche i microfoni, che catturano il rumore di fondo, e un apposito processore.

La moderna tecnologia ANC si basa sull’utilizzo di circuiti analogici o tramite l’elaborazione numerica dei segnali,” si legge su Wikipedia. “Gli algoritmi sono disegnati per analizzare il fronte d’onda del rumore di sottofondo; successivamente generano un segnale che sposterà la fase o invertirà la polarità del segnale originale. Questo segnale inverso è amplificato e un trasduttore crea onde direttamente proporzionali all’ampiezza del fronte d’onda originale, creando interferenze distruttive”.

Gli aspetti negativi della cancellazione attiva

È chiaro che un sistema Anc è più efficace di un sistema passivo, ma può presentare anche aspetti negativi, come un leggero fruscio di sottofondo, la percezione di “compressione” all’interno delle orecchie o un maggior consumo energetico. La soluzione più semplice scelta da Jabra a noi è sembrata un ottimo compromesso, e orientarsi verso sistemi attivi dipende fondamentalmente dall’uso che dovremo fare degli auricolari. In particolare, ci sono un paio di situazioni in cui preferiamo cuffie con sistema attivo: i viaggi in aereo, dove il rumore di fondo costante dei motori viene annullato in modo molto efficace, e più in generale i viaggi sui trasporti pubblici come treni o metropolitane. Se però l’uso prevalente avviene in altri ambienti, secondo noi un buon sistema passivo è più che sufficiente.

Ma veniamo nello specifico ai Jabra Elite 75t. Peso e dimensioni sono tra i migliori della categoria. Ogni auricolare pesa solamente 5,5 grammi, mentre la custodia, che contiene la batteria per la ricarica, arriva a 35 grammi. Quest’ultima è anche sufficientemente piccola (62,4 x 36,6 x 27 millimetri) e priva di spigoli da stare comodamente in tasca, senza dare alcun fastidio.

Fino a 28 ore di autonomia

Nonostante pesi e dimensioni, l’autonomia è eccellente. Ogni ricarica degli auricolari consente di ascoltare musica o fare telefonate fino a sette ore e mezza. Tendenzialmente, il dato reale si attesta poco sotto le sette ore. La custodia è in grado di garantire da due a tre ricariche complete (dopo la prima), quindi in totale si può arrivare a poco meno di 28 ore di autonomia. La ricarica della custodia avviene tramite cavo Usb-C e per completarla servono circa due ore e venti minuti. Se gli auricolari si scaricano, basta inserirli nella custodia e in un quarto d’ora recuperano un’ora di autonomia. Di serie non è possibile la ricarica wireless, ma a breve si potrà acquistare un’apposita custodia compatibile con lo standard Qi.

La confezione particolarmente curata scelta da Jabra per gli Elite 75t è già un primo testimone della qualità costruttiva del prodotto. Purtroppo, l’azienda non si è sprecata con la dotazione: dentro la scatola troverete solo il cavo di ricarica lungo trenta centimetri, Usb da un lato e Usb-C dall’altro e un set di “eargel” di diverse misure, ma non un alimentatore. In totale, i gommini sono forniti in tre taglie, in modo da trovare quella più adatta alla conformazione del padiglione auricolare. Noi ci siamo trovati a nostro agio (e con grande comodità) con la misura intermedia. Non sono però inclusi eargel di ricambio e sul sito il kit completo costa circa 15 euro.

Aperta la confezione, siamo rimasti molto colpiti dalle dimensioni degli auricolari, davvero contenute. La vestibilità è ottima, anche se bisogna prendere confidenza con il modo in cui indossarli. Noi abbiamo scoperto che una volta inseriti nell’orecchio la posizione giusta si trova facilmente “avvitando” per circa mezzo giro l’auricolare nel padiglione. Come tutti questi prodotti, bisogna fare un po’ l’abitudine alla loro presenza, ma dobbiamo dire che i Jabra si sono dimostrati piuttosto discreti e anche abbastanza comodi da essere utilizzati per alcune ore consecutive: dopo un po’ ci si dimentica quasi di averli.

Tutto sotto controllo grazie ai tasti fisici

La loro caratteristica principale è di avere controlli “fisici” e non tattili, come avviene su altri prodotti. Questo secondo noi facilita molto l’uso degli auricolari, perché un pulsante vero e proprio restituisce una sensazione più netta di quanto possa fare un comando a sfioramento. Il pulsante è presente su entrambi gli auricolari.

Quello di destra permette, con una singola pressione, di mettere in pausa un brano, riprendere la riproduzione, rispondere o concludere una chiamata telefonica; tenendolo premuto si alza il volume, mentre una doppia pressione attiva l’assistente vocale o rifiuta una chiamata in arrivo. Di base abbiamo Siri per chi utilizza iPhone e Assistente di Google per chi ha un telefono Android, ma in entrambi i casi è possibile optare in alternativa per Amazon Alexa. L’auricolare destro è anche l’unico che può essere utilizzato singolarmente, magari mentre guidiamo, per gestire le chiamate telefoniche.

L’auricolare sinistro controlla la diminuzione del volume (tenendolo premuto), il salto traccia (in avanti premendolo due volte, indietro tre volte) e il silenziamento o l’attivazione del microfono durante una chiamata telefonica (con una singola pressione). E poi c’è la funzionalità che più abbiamo apprezzato in assoluto: l’EarThrough. Premendolo una volta mentre si sta ascoltando musica o mentre gli auricolari sono indossati ma non utilizzati è possibile sentire i rumori d’ambiente e le conversazioni di chi sta vicino senza dover togliere gli auricolari: una comodità impagabile.

Audio di alta qualità personalizzabile con equalizzatore 

La qualità audio ci è piaciuta molto, soprattutto per la riproduzione musicale. I toni bassi, in particolare, sono profondi, cosa non sempre facile da trovare in auricolari di queste dimensioni. A volte, anzi, sono addirittura troppo presenti, tanto da “uccidere” i toni più acuti. La gamma media è invece perfettamente riprodotta. Ma questi Elite 75t vantano un “plus” non da poco: sono accompagnati da un’app, disponibile per iOs e Android, battezzata Sound+.

Oltre a essere molto utile nella fase di configurazione, dove una procedura guidata facilita l’abbinamento degli auricolari al telefono, dispone di un equalizzatore a cinque bande con tre “preset” personalizzabili (Il mio momento, Pendolare e Focus) e sei impostazioni predefinite (Neutro, Parlato, Aumenta i bassi, Aumenta acuti, Semplice ed Energizza), a cui se ne possono affiancare di nuove create da noi. Questo consente di adattare la riproduzione musicale ai propri gusti, superando i limiti delle impostazioni di base scelte da Jabra.

I rumori per migliorare il relax

Una funzione forse non molto utile, ma carina, è Soundscape. Se non state ascoltando musica potete scegliere dei rumori da riprodurre per rilassarvi, isolarvi o aumentare la concentrazione. La lista comprende una dozzina di effetti, che vanno dal rumore delle onde al cinguettio degli uccelli, dal rumore bianco ai suoni di un’immersione, per arrivare al rumore della folla o al suono di una caverna. Mentre scrivo questa prova ho scelto di avere nelle orecchie un bel temporale estivo…

Se durante l’ascolto togliamo uno degli auricolari, la riproduzione viene messa in pausa e se l’auricolare viene nuovamente indossato entro un minuto, riparte automaticamente. L’unico aspetto tecnico forse migliorabile dei Jabra Elite 75t è la qualità della voce percepita da chi parla con noi durante una conversazione telefonica, che non sempre si è dimostrata impeccabile. Va detto che se l’uso primario degli auricolari è quello delle telefonate di lavoro, i sistemi “true wireless” in generale non sono quelli ottimali. Dai nostri confronti, però, ci sembra che i prodotti Apple si comportino un po’ meglio.

Per gli sportivi c’è la versione Active 75t

Gli Jabra Elite 75t sono protetti da schizzi d’acqua e polvere, essendo certificati IP55 e garantiti per due anni dai danni di questa natura. Per una maggiore protezione si possono scegliere gli Elite Active 75t, il cui nome non indica la presenza di un sistema attivo di cancellazione del rumore, ma semplicemente il fatto che sono più adatti a chi fa attività fisica grazie alla certificazione IP57, che garantisce dai danni anche dopo un’immersione in acqua fino a un metro di profondità per non più di trenta minuti.

Interessante di questi auricolari è che possono essere abbinati e connessi contemporaneamente a due dispositivi, aumentandone la versatilità. I Jabra Elite 75t comunicano il loro stato attraverso Led colorati (uno su ogni auricolare e uno nella custodia) e tramite messaggi vocali, che però non sono disponibili in italiano (tra le lingue più comunemente usate ci sono inglese, francese e tedesco). La presenza del manuale in versione elettronica e in italiano nell’app Sound+ aiuta però a districarsi tra le varie segnalazioni.

Sono i nostri auricolari preferiti

Insomma, alla fine gli Jabra Elite 75t – disponibili in nero, oro o titanio – sono diventati i nostri auricolari preferiti per l’ascolto della musica quando siamo in giro. Il prezzo a cui sono proposti al pubblico, circa 180 euro, ci sembra coerente con il livello qualitativo e prestazionale offerto. Come termine di paragone, gli Apple AirPod costano 179 euro, senza sistemi di cancellazione del rumore e con qualità audio decisamente più bassa, mentre gli AirPod Pro costano 279 euro, con riduzione attiva del rumore e ricarica wireless incluse. Altri riferimenti sono i Samsung Galaxy Buds+, che costano 169 euro senza Anc, e i Sony WF-1000XM3, proposti a 250 euro con Anc. Insomma, ci sembra che tra convenienza economica assoluta e rapporto tra prezzo e prestazioni gli Elite 75t siano la migliore soluzione che oggi ci sentiamo di consigliarvi.

INFORMAZIONI SULL'AUTORE / ABOUT THE AUTHOR

Paolo Galvani

Nato nel 1964, è giornalista professionista dal 1990 e imprenditore dal 2007. Si occupa di tecnologia dalla fine degli Anni '80, prima come giornalista poi come traduttore specializzato, e da circa tre decenni ama girare in camper. Dalla fine di maggio del 2019 è diventato "fulltimer". A luglio 2019 ha lanciato il blog seimetri.it.

Born in 1964, he has been a professional journalist since 1990 and an entrepreneur since 2007. He has been involved in technology since the end of the 1980s, first as a journalist and then as a specialized translator, and for about three decades he has loved traveling in a motorhome. Since the end of May 2019 he has become a "fulltimer". In July 2019 he launched the blog seimetri.it

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