8 settembre 2020 – Siamo stati a Düsseldorf, al Caravan Salon. Lo sappiamo che non si è visto molto: non ne abbiamo scritto qui e sui nostri canali social abbiamo pubblicato molto poco. Ma questo è per effetto dei nostri recenti impegni professionali che ci hanno prosciugato il tempo libero. Però ci siamo stati, per lavoro, e abbiamo girato tra i padiglioni della fiera per quattro giorni. La manifestazione è la più importante d’Europa: lo scorso anno ha fatto registrare 271 mila presenze in dieci giorni. Nessun produttore può normalmente mancare e tra i fornitori di accessori e componentistica c’è persino la lista di attesa per riuscire a entrare nella lista degli espositori.
Quest’anno è diverso. L’uragano Covid-19 è passato e ha spazzato via tutte le certezze. Quindi, l’edizione 2020 merita di essere in qualche modo raccontata. Intanto al Salone, che chiuderà le porte ai visitatori domenica prossima 13 settembre, mancano moltissimi produttori di veicoli e accessori. Primo fra tutti, a essere assente è l’Erwin Hymer Group, che non ha portato nessuno dei suoi marchi: Buccaneer, Bürstner, Carado, Compass, Crosscamp, Dethleffs, Elddis, Eriba, Etrusco, Hymer, Laika, LMC, Niesmann + Bischoff, Sunlight ed Explore. Ma sono mancati anche Concorde, Globecar, Pilote, Pössl e Wingamm, per citarne altri. Nel settore di componentistica e accessori, per fare qualche esempio, non c’erano Dometic, Thetford e Truma.
Nonostante le assenze, la superficie espositiva (che è enorme) è stata riempita. Da una parte alcuni stand sono stati ingranditi, dall’altra le case presenti hanno portato più veicoli del solito. Il risultato è stato una manifestazione godibile, anche se non all’altezza di ciò a cui siamo abituati. A mancare è stata anche tutta una serie di allestitori più piccoli, votati al mercato locale, che di solito propongono prodotti particolarmente originali. Semmai quella che secondo noi è una pecca un po’ più grave è che le novità dei produttori tradizionali sono state di portata estremamente limitata, tanto che a piacerci sono stati spesso veicoli che erano già in produzione negli anni passati.
Il fatto di organizzare l’evento è stata però una buona prova di forza dell’industria, che quest’anno dovrebbe uscire rinforzato nonostante (o forse grazie a) la pandemia, che ha visto il settore del turismo all’aria aperta conquistare nuove fasce di pubblico.
L’edizione 2020 del Caravan Salon sarà comunque ricordata per le “stranezze” legate alla minaccia del coronavirus. Tutti i visitatori, gli espositori e i dipendenti di Messe Düsseldorf devono indossare la mascherina, mantenendo un distanziamento personale di un metro e mezzo. La quantità ridotta di pubblico presente (ogni giorno non sono ammessi più di ventimila visitatori con il biglietto acquistato online in anticipo) e una gran quantità di assistenti ha semplificato le cose. Ovunque sono disponibili erogatori di gel igienizzante, ma non è previsto in nessun caso il rilevamento della temperatura. Sui veicoli aperti possono salire due persone per volta. Un numero superiore è ammesso solo se si fa parte dello stesso nucleo familiare.
In generale, quella che è sembrata un po’ meno efficace è l’attività di sanificazione dei veicoli. Non tutti gli espositori si sono rivelati pronti a intervenire dopo le visite a camper e caravan, prevedendo un servizio a rotazione non sempre particolarmente frequente. Eccezione lodevole quella di Morelo, produttore di camper di altissima gamma, che regala un paio di guanti bianchi di cotone che tutti i visitatori dei suoi veicoli devono indossare prima di salire.
Dopo quattro giorni al Caravan Salon, ci prepariamo per Parma, dove la prossima settimana saremo presenti al Salone del Camper.
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